Maggio 2017
Militanti islamici hanno ucciso 29 cristiani copti – inclusi anche dei bambini – che si sono rifiutati di convertirsi all’Islam. I pellegrini cristiani stavano viaggiando verso il monastero di San Samuele il Confessore, a Maghagha, nella provincia egiziana di Minya, quando il loro autobus è stato fermato da uomini armati incappucciati. Gli estremisti hanno intimato ai pellegrini di scendere dal veicolo ed hanno ordinato loro di abbandonare la loro fede e convertirsi all’Islam.
Mina Habib, di 10 anni, ha raccontato di aver visto uomini armati di fede islamica uccidere suo padre e molti dei passeggeri nel camion in cui viaggiavano. Il bambino ha così riferito: «Hanno chiesto a mio padre di identificarsi e poi gli hanno detto di recitare la professione di fede musulmana. Lui ha rifiutato, dicendo che era cristiano. Gli hanno sparato, come a tutti gli altri che erano con noi …». Mina e suo fratello non sanno perché i jihadisti li abbiano risparmiati, anche perché molti altri bambini del gruppo di pellegrini sono stati uccisi.
Lo Stato Islamico (ISIS) ha rivendicato il massacro. Mina ha detto all’agenzia di stampa Reuters che sono stati circa 15 uomini armati a compiere la strage. «Avevano un accento egiziano come noi – ha riferito il bambino – ed erano tutti incappucciati ad eccezione di due di loro … Sembravano simili a noi e non portavano la barba».
Gli attacchi dei gruppi militanti islamici in Egitto non hanno colpito soltanto la comunità cristiana. Il 24 novembre 2017, almeno 235 persone sono state uccise quando circa 25 militanti hanno fatto detonare esplosivi e sparato colpi di arma da fuoco contro un’affollata moschea sufi vicino alla costa egiziana del Sinai durante la preghiera del venerdì. Nessun gruppo ha formalmente rivendicato l’attentato, ma durante l’attacco è stato visto un militante con in mano una bandiera dell’ISIS.
Fonti
The National (Emirati Arabi Uniti), 26 maggio 2017; Reuters, 20 giugno 2017.